Investire in intimità

Rubrica

L'area destinata ai bagni, oltre a dover tener conto delle disposizioni di legge vigenti, deve essere il più accogliente possibile, ma ubicata in modo da non essere d'intralcio al servizio. Una zona che va arredata come fosse una saletta privée. Punti fermi: igiene, comfort, eleganza. La clientela si può fidelizzare anche quando si lava le mani.

La zona bagni in un pubblico esercizio, come spesso si sente dire, è lo specchio del locale. Ma facciamo un veloce viaggio nel tempo.

Nell'antica Roma era un fatto normale stare insieme: per rilassarsi alle terme, ma anche per espletare le esigenze corporali ( sotto gli auspici della Igea, da cui, poi, il termine igiene ). La latrina spesso diventava luogo d'incontro, per chiacchierare, concertare affari o per fugaci incontri galanti. Nel Medioevo, epoca molto oscura dal punto di vista igienico, si sosteneva che l'acqua sul corpo aprisse i pori della pelle

permettendo alle malattie d'infettare la persona. Queste credenze fecero regredire le popolazioni al punto che non si lavarono per lunghissimi periodi. Occorre arrivare nel XVIII secolo per veder comparire i bagni come quelli che utilizziamo oggi. Attualmente l'igiene dei pubblici esercizi è regolata dalla Legge 25 agosto 1991 n. 287 " Aggiornamento della normativa sull'insediamento e sull'attività dei pubblici esercizi ", di cui non si è mai prolungato il regolamento di attuazione, cosicché con le diverse norme successive ( dal primo D.L. 30 dicembre 1992 n. 512 all'ultima Legge 5 gennaio 1996 n. 25 ) viene data facoltà ai Comuni di formulare norme per la concessione di autorizzazioni a esercizi di ristorazione e bar, attività di divertimento e svago. Questo decentramento della normativa rende più complesse le pratiche burocratiche da espletare per il rilascio dell'autorizzazione sanitaria, tanto che le normative stesse oggi variano da un Servizio di Igiene Pubblica dell'Azienda Unità Sanitaria Locale a un altro.

Un'area piacevole

In fase di progettazione di un locale ristorante pizzeria è indispensabile che l'area destinata ai bagni sia stabilita tenendo conto delle disposizioni di legge vigenti, ma occorre anche che questa zona sia resa più accogliente, visibile e disposta in posizione tale da non essere di intralcio al servizio di sala, né di disturbo ai commensali. Rendere quest'area piacevole significa innanzitutto:

impostare un ambiente ( tramite effetti luce, particolari accorgimenti di arredo o decorazioni delle mura nelle vicinanze del bagno ) in grado di identificare la zona specifica. In questo modo il cliente va sul sicuro e non deve chiedere indicazioni al personale di sala;

dotare l'antibagno di sufficiente ricambio di aria per evitare che la sala da pranzo possa essere investita da cattivi odori;

coibentare in modo adeguato la porta che divide l'antibagno dalla sala da pranzo per evitare rumori fastidiosi;

illuminare i locali bagno con luce diffusa, con interruttori a cellula fotoelettrica ( si risparmia energia e si impedisce il contatto con le mani, magari non proprio asciutte, dell'avventore );

installare nei locali bagno un impianto di filodiffusione. Una buona musica di sottofondo rende questo momento di intimità psicologicamente più armonioso;

dotare il bagno di ottima climatizzazione ( 22 °C è la temperatura ideale sia in inverno che in estate ) in quanto ci si deve svestire per espletare i propri bisogni;

non devono mancare adeguati appendiabiti, portaborse, portacarte con comando a pedale;

decorare il bagno e l'antibagno con oggettistica in grado di rallegrare il luogo e renderlo più accogliente;

dove sarà possibile o in fase progettuale, prevedere spazi più ampi per i locali bagno; una vivibilità di standard elevato si rivela un ottimo deterrente rispetto ad eventuali atti vandalici;

per i locali frequentati da famiglie, predisporre un locale adibito a fasciatolo per i più piccoli.

Dal punto di vista tecnico, evitare inoltre di ricavare i bagni da angoli o zone ritenuti altrimenti inutilizzabili. Piazzare un bagno a tutti i costi significa conferire scarso valore a questa porzione di locale, che pure contribuisce in modo fattivo al successo dell'attività.

Sanitari high tech

L'aspetto igienico del bagno è importantissimo per il suo mantenimento salubre nel tempo. Il vaso alla turca è sicuramente la tipologia di sanitario che risulta essere in assoluto più igienica, ma la postura che occorre assumere per il suo utilizzo non la rende simpatica all'avventore. Il water closet che, tradotto in italiano, significa propriamente " ripostiglio per l'acqua " e non vaso sanitario, è quello più utilizzato dalle civiltà occidentali. Volgiamo però lo sguardo ad Oriente. In Giappone nel 1980 è iniziata l'era del bagno ad alta tecnologia. Il merito va all'introduzione della serie Washlet G da parte della Toto, la più grande azienda costruttrice di sanitari. Nel 2002, quasi la metà delle abitazioni private in Giappone possedeva un impianto di questo tipo, più di quante vedessero la presenza di un personal computer. Anche se a un primo sguardo può sembrare un normale sanitario di tipo occidentale, vanta numerosi accessori: asse riscaldato, possibilità di massaggio, regolazioni del getto d'acqua, apertura automatica del coperchio e attivazione dello sciacquone dopo l'uso, asciugatore ad aria calda appena dopo l'utilizzo del bidet automatico, pannelli di controllo senza fili, riscaldamento e aria condizionata per la stanza. Queste funzioni possono essere comandate da un pannello di controllo che può essere installato a fianco del sanitario o su una vicina parete, spesso con un collegamento senza fili per trasmettere i comandi al sedile. La nuova tendenza è rappresentata dal sistema deodorante all'ozono che elimina rapidamente gli odori. Da qualche anno queste tecnologie si stanno facendo largo anche nei locali pubblici, anche se i possibili atti vandalici da parte di clienti poco civili talvolta hanno rallentato gli investimenti degli esercenti. Rendere i locali adibiti a bagno più accoglienti, comodi e piacevoli può contribuire in modo concreto a incrementare la fidelizzazione della clientela e quindi a irrobustire il giro d'affari.

Tratto da Pizza&Food n° 22 - Marzo 2009